Thursday, May 24, 2018

Sto mollusco po esse patella o po esse fissurella

I miei univercompagni chiedono cose di mare. A me.
Praticamente apri il vaso di Pandora!

E insomma ieri tra la declamazione di una poesia metasemantica e la risoluzione di un annoso dilemma zoologico è saltata fuori lei, la Patella.
No non quella del ginocchio.
E nemmeno quella della zampa del ragno (il 4° segmento della zampa si chiama così...non lo sapevate né! -nemmeno io fino a 10 minuti fa-)
La nostra star di oggi è la Patella di scoglio. Avete presente quelle conchigliette piramidali che si trovano attaccate agli scogli e col cavolo che si staccano? ecco loro.

Le patelle sono adorabili, anzitutto sono molluschi gasteropodi, quelli cioè che strisciano "sulla pancia" e hanno la conchiglia.
Ora, se strisci con la pancia sugli scogli già mi stai simpatica a prescindere.

La conchiglia non è fatta a spirale ma ha uno stile very minimal, un conetto e via andare.
Ma attenzione, a ben guardare non tutte le patelle son uguali. Se si guarda la conchiglia si può notare che alcune hanno un buco sull'apice, altre no.

Quelle senza foro sono le vere patelle, quelle col foro invece si chiamano fissurelle (grazie a dio ogni tanto c'è qualche scienziato con un minimo di buon senso nel dare i nomi).
Agevoliamo le foto:

Patella -by Wikipedia Tango22-

Fissurella -by Wikipedia Jerry Kirkhart-

Sembrano uguali, ma patelle e fissurelle sono tra loro simili quanto uno squalo e un pesce rosso.
Sì sono gasteropodi entrambe... e basta!
Ma dato che vivono nello stesso modo e nello stesso ambiente si sono evolute con la stessa forma, che è quella che meglio si adatta a sopportare la forza delle onde che si infrangono sugli scogli.
Si chiama convergenza evolutiva.

In realtà non vivono proprio nello stesso posto. Le fissurelle vivono dal limitare inferiore della fascia intertidale, cioè di quella fascia di roccia che si pone tra la bassa e l'alta marea, fino alle profondità. Rimangono praticamente sempre sommerse quindi possono permettersi di avere un foro sulla conchiglia dal quale espelg... espulg... espell... buttan fuori l'acqua che entra da sotto il guscio e che usano per respirare e allontanare "i reflui".
Loro van in giro, raspano alghette dalle rocce, fan una vita tutto sommato banalotta.

Le patelle invece...

Le patelle vivono in piena fascia intertidale, quindi quando c'è bassa marea rimangono all'asciutto e magari anche esposte al sole.
Va da sé che non han potuto permettersi una conchiglia forata ma anzi han ideato meccanismi ingegnosi per conservare acqua sotto il guscio durante la bassa marea.

Tutte le patelle han un piede fortissimo con quale tengono la conchiglia ben vicina alla roccia, e producono un muco denso per tappare bene le fessure.
Ma alcune sono tanto specializzate che quando la larva, dopo due settimane di vita libera, sceglie il suo "posto al sole" sullo scoglio, non lo cambia più. Inizia a svilupparsi in un punto e, pur muovendosi per cercare cibo durante l'alta marea, sempre in quel punto preciso torna.
Si chiama "homing"... torna a casa PatelLassy

In questo modo la conchiglia si sviluppa in modo perfettamente complementare alla roccia attorno all'animale, tanto che nella roccia si forma un solco attorno all'animale e che la conchiglia contro la roccia forma una chiusura a perfetta tenuta stagna.

Patella lato B -by Wikipedia Thesupermat-
Se già non fosse abbastanza per diventare dei veri Patella-fan, eccovi un'ultima chicca:
La patella Lottia gigantea non si muove tanto e per aver sempre cibo a disposizione si "coltiva" un giardinetto algale tutto attorno a se. E guai a invaderlo!
E' territorialissima, scaccia ogni altro mollusco approfittatore avventandocisi addosso e spingendolo via col guscio.
E lei si mangia il suo sudato raccolto. Un pezzetto alla volta però, che si mantenga sempre rigoglioso!

Adorabili vero?
Una adorabilità che campa anche 20 anni!

E niente, io amo le patelle XD

Sunday, May 20, 2018

La mamma è sempre la mamma

Ricordate le salpe? Quelle simpatiche botticelle trasparenti che vagolano qua e la nel plancton?
Ecco, quando sei una salpa non c'è tanto da star tranquilli, perchè sei sul menù di uno dei più bastardi (e amorevoli) predatori dell'ambiente marino.

La Phronima sedentaria -e le sue cuginette di genere-

Bestiola tanto interessante, e storia vitale tanto figa, che non sto nemmeno a dirvi i salti di gioia quando in spiaggia ho scorto questo


Ececazz'è? direte voi... La Phronima al ristorante, dico io!

La Phronima è un crostaceo, un piccolo gamberetto pelagico, fa parte del plancton e con le sue palettine sottocoda (pleiopodi) nuota attivamente alla ricerca di "qualcosa di buono".
E comodo.

Coi suoi occhioni dorsali è in grado di cogliere la sagoma delle potenziali prede che le passano sopra, con i suoi occhietti ventrali invece coglie anche il minimo barlume, come quello emesso dalle salpe che a volte son luminescenti, che le passano sotto.
Localizzatane una la assalta!
Afferra la salpa con le sue zampette e si infila all'interno della sua cavità.

Ecco il musino della Phronima che fa cucù coi suoi occhioni teneroni


Protetta e comoda, la Phronima comincia a mangiare la salpa, piano piano, partendo dagli organi meno vitali.
E quando ha finito gli organi usa l'involucro a botte della salpa come navicella.
Fa sporgere la coda e nuota manovrando la sua fu-salpa dove vuole andare.

Ecco la codina


E dove vuole andare la Phronima? Beh di norma a cercare un'altra salpa un po' più grande cui zompare addosso, poi dentro, e quindi mangiare organello dopo organello.
Finchè non diventa adulta.
Allora deve deporre.

L'involucro della salpa diventa la nursery perfetta, la Phronima, mamma amorevole, depone le sue uova e le cura fino alla schiusa, quindi accudisce anche i piccoli finchè non son autosufficienti e in grado di andare per il mondo a cercare le loro salpe.

Quindi ricapitolando, un granchiaccio in un involucro a uovo, che salta fuori, aggredisce la vittima, ne mangia le parti interne, vi depone le uova, e i piccoli schiusi ne saltan fuori per cercare altre vittime... non vi ricorda un po' una cinematografica conoscenza?
No? Vi aiuto...

Immagine dal web - a sin Phronima, a dx Alien queen
Ebbene sì, si dice che proprio la Phronima abbia contribuito a ispirare la regina Xenomorfa, e diciamo la verità, questo post è stato scritto apposta per far gli auguri a un'altra genitrice amorevole e Alienofila.
Auguri Ste!

Nel caso aveste dubbi su quanto raccontato... a voi il video




Be more Janthina!

Quando vivi in mare, posto pure più pericoloso dell'Australia, dove qualsiasi cosa incontri con buona probabilità vuole mangiarti, l'imperativo è mimetizzarsi.

Se vivi sul fondo fatti color fondo, se vivi sulle alghe vedi di somigliare alle alghe, se vivi in alto mare l'idea migliore è aver schiena scura e pancia bianca.
Così a chi ti passa sopra offri schiena scura su sfondo scuro del mare, a chi ti passa sotto offri ventre chiaro su sfondo chiaro del cielo.
Lo sanno i saraghi, lo sanno i pesci volanti, lo sanno pure gli squali.

E lo sa anche la Janthina, che non è un pesce, ma una chiocciola che ha deciso di condurre una vita spericolata.
Perchè starsene a strisciare sulla sabbia, o a raschiare viscidume dagli scogli, quando puoi andare a vedere il mondo?

Ed ecco che la Janthina si è adattata e vive... in alto mare! E nemmeno sa nuotare!
Cioè, scusate se lo ripeto, non sa nuotare e vive in alto mare!
Altro che calabrone, altro che "don't dream it be it", altro che "stay hungry stay foolish"!
Questa c'ha dù gonadi così!

E dato che vive in alto mare dove conviene esser mezza chiara e mezza scura, lei si è adattata.
Ed eccovi le conchiglie di Janthina che ho trovato in Sicilia:



Bianche e viola, belle vero?
Ma se prestate attenzione noterete che sono viola sotto e bianche sopra... oh come mai? Mi si è forse confuso il gasteropode?

Ebbene no. Il gasteropode la sa lunga, ed è colorato in modo adeguato per un animale che... viaggia a testa in giù!

La Janthina infatti non sapendo nuotare vive aggrappata a una zattera galleggiante fatta di bollicine, che però non sa produrre. Lei produce un muco denso e con quello cattura le bolle che si formano sulla superficie dell'acqua e se le tiene strette strette.


Se dovesse perdere la sua zattera affonderebbe e morirebbe!

Lei da gran dritta ci sta ben aggrappata e la usa per solcare i mari e andare a stalkerare le colonie di Velella (si quelle carine azzurre del post precedente, che non fan la vita spensierata che si potrebbe credere) e quando le trova...
Se le mangia!

Sarà tanto bellina ma è anche una feroce predatrice.

Altra cosa interessante è che le varie Janthine -del genere fan parte diverse specie- sono ermafrodite, alcune nascono maschi e crescendo diventan femmine, altre posson fare avanti e indietro a seconda della necessità.
Possono riprodursi sessualmente col maschio che invia alla femmina una zatterina di bolle col suo seme o, pare, anche far tutto da sè.
Che in effetti quando sei grande 1cm e galleggi nell'oceano quasi infinito può anche esser cosa comoda.

Quindi la prossima volta che vi trovate davanti ad una impresa che vi pare impossibile, ricordatevi di questa lumachina che solca i mari (senza saper nuotare) aggrappata a una zattera di bolle (che non sa fare)... siate coraggiosi, siate Janthine!


Saturday, May 19, 2018

L'abito non fa il monaco...

... e la trasparenza non fa la medusa!

Già! Il mare è pieno di cose gelatinosette e trasparenti: meduse, ctenofori, salpe, gli alieni di Abyss...
e la cosa bella è che pur somigliandosi un po' tutti, si zompa dalla base dell'albero filogenetico alla sua sommità.

Gelatine primitive e gelatine evolute, ed entrambe le ho trovate in quel pezzetto di spiaggia magica di cui ho già parlato, in forma di velelle e salpe.

Vado a presentarvele:

Velella velella detta Barchetta di San Pietro (o Giovanni)


Ci troviamo nel phylum degli Cnidari (meduse e coralli), uno dei primi gradini della filogenesi degli animali, giusto un passo dopo le spugne.

In realtà quel che vedete nella foto è il suo fantasmino, l'animale, anzi gli animali, non ci son più e quel che è rimasto è l'impalcatura della colonia.
Questo scheletro trasparente è di consistenza gommosa, proprio come le caramelle, e contiene le camere d'aria che permettono alla colonia di galleggiare (si intuiscono nella foto di destra, che vi da anche l'idea delle dimensioni).
E' inoltre dotato di una vera e propria vela (si vede bene nella prima foto che la riprende di profilo) che l'animale usa per sfruttare il vento. Per la precisione per veleggiare 40° sottovento. Non avran cervello ma son precisetti.

Questa è la "zattera" che ospita la colonia di animaletti che costituiscono la Velella, la cui particolarità è proprio quella di essere non un singolo animale ma un gruppo di animaletti, ognuno specializzato per compiere il suo lavoro.

Così c'è un polipetto centrale che ha bocca e stomaco per alimentarsi e alimentare la colonia, ed è circondato da altri polipetti, alcuni che han tentacoli urticanti per difendere la colonia, e altri che sviluppano le gonadi e pensano alla riproduzione.

Da viva è così:

Immagine dal web - autore: sconosciuto
All'altro capo della filogenesi, giusto un passetto dietro i vertebrati, per assurdo che possa sembrare, c'è il phylum dei Tunicati, che se non li scambi per spugne li scambi per meduse, e invece son mooolto di più.

Ed io ho trovato queste, che con buona sicurezza posso dire esser Iasis zonaria


I tunicati son strani, da larvette han una corda, proprio come i cordati, ma quando crescono questa o si trasforma in altro o, se resta, resta solo nella coda, per chi ce l'ha.

Ci sono tre classi di tunicati e quelli in foto fan parte della classe dei Taliacei, organismi che nuotano liberamente, a volte solitari altre volte in colonie.
La specie più conosciuta di taliaceo è la Salpa maxima ma ce ne sono tante altre, tutte ugualmente belle.

Sembrano delle piccole botticelle, con una cavità interna che ospita i visceri e attraverso la quale viene pompata l'acqua che viene filtrata per ottenere nutrimento (microplancton).
La dimensione è varia, fino a 10-12cm il singolo animale. Le colonie invece possono raggiungere dimensioni ragguardevoli, si parla di metri!

Dal vivo sono così, sembrano delle scatoline trasparenti e gelatinose, purtroppo quando si spiaggiano si schiacciano

Foto da web - David Shale - naturepl.com

Uno potrebbe pensare che queste meraviglie conducano una vita pacifica, spensierata, in balia delle correnti... e invece ai loro danni si consuma uno dei più efferati assalti del mondo animale.
Roba che i varani van in un angolo e piangono!

Ho trovato testimonianza anche di questo, ma ne parleremo nella prossima puntata ^_^ stay tuned!

Friday, May 18, 2018

Dagli abissi con furore

C'è un posto magico in Sicilia, un posto dove due mari di incontrano e si sfidano a tenzone, come schermidori avanza ora l'uno ora l'altro con precisa ritmicità.
Per 6 ore lo Ionio sfida il Tirreno, per 6 ore il Tirreno si prende rivincita. Tra una e l'altra azione i mari si riposano un'oretta.
Teatro di questo duello è lo stretto di Messina e lì, proprio sull'estrema punta, c'è una piccola spiaggia, posta di traverso, a fronteggiare la corrente così detta "montante" che dallo Ionio risale.

La corrente montante sale in vari sensi, sale verso nord, e sale dalle profondità verso la superficie. E nel suo risalire tumultuoso capita che abbracci e porti con se la particolarissima fauna che normalmente dimora a grandi profondità.
La abbraccia, la trasporta in superficie e la va a depositare su questa piccola spiaggia, che diventa ogni giorno un paradiso della biologia marina.

Con luna nuova, con l'inizio dello scirocco, con maree particolarmente accentuate, il montante si fa più forte e maggiori sono le possibilità che qualcosa di interessante si spiaggi su questo lembo di sabbia. Quindi per un gioco di controcorrenti e riflessi anche alcune spiagge poco più a sud vengono interessate dal fenomeno.
In un tratto di costa di 2km circa si avvera l'apoteosi della meraviglia. Uno spettacolo che non si può perdere.

Così quando ho deciso che sarei andata in Sicilia per un corso, proprio a Messina, l'albergo l'ho scelto accuratamente. A due passi da quella magica spiaggia.
Ci sarebbe stata, in quei giorni, forte corrente montante, luna nuova, maree alte... non potevo proprio evitare.
E così per due mattine mi son alzata prima dell'alba per andare a passeggiare in spiaggia, alla ricerca del tanto agognato pesce abissale.

E ho trovato.

Ho trovato cose meravigliose, di cui vi narrerò in futuro, ma soprattutto ho trovato loro:


Se il pesce in basso è l'Innominato, non son ancora riuscita a identificarlo, e chiederò aiuto a chi più esperto di me, del pesciolino in alto posso dirvi qualcosa di interessante.

Diamo anzitutto un nome a questo piccino lungo non più di 4cm: Macroramphosus gracilis. Chiamiamolo Gracy.
Gracy è un pescetto interessante che ancora fa litigare gli scienziati, che non san decidersi se sia una specie a se stante, o se piuttosto non sia la forma giovanile di Macroramphosus scolopax.
Chiamiamolo Paxy, che Scoly fa brutto.
Paxy è grande, lungo anche 15cm, e tutto rosato. Gracy arriva a stento ai 5cm ed è azzurrino.
Lasciamo i biologi a litigarsela.

Fortunatamente a questo pesciolino poco interessa del nome, lui continua la sua vita mangiando microplancton e seguendolo nottetempo della sua migrazione quotidiana da acque più profonde a acque superficiali. E qui viene colto dalla corrente e portato a riva.

Altra cosa interessante di Gracy è che, pur essendo un pescetto cosmopolita, cioè presente qua e la in tutto il globo, in Mediterraneo pare si trovi solo nello Stretto di Messina!

Abbiamo risorse che nemmeno immaginiamo.

Dopo Gracy e l'Innominato, cerca e cerca, ho trovato uno dei pezzi forti della mia vacanza biologico-sicula:


E' lui, il grande, piccolo (2,5cm) Maurolicus muelleri.

Questo pesciolino è una vera star degli abissi, lui vive fino a 1500mt di profondità, ma è stato trovato anche più a fondo.

Ed è uno di quei pesciolini ottimisti che quando non vedono la luce in fondo al tunnel (o al mar), la luce la fan loro. E' infatti dotato di fotofori, quegli organelli adibiti all'emissione di luce.
La cosa buffa è che pare che questi fotofori emettano odore d'ozono, scambiato dai perscatori per odore d'anguria. Ed ecco perchè per gli amici lui è il Pesce cocomero! (giuro, mica scherzo!)

Sarei stata felicissima di trovare magari anche un pesce accetta, o una vipera di mare, ma tutto dalla vita non si può avere. Penso proprio che dovrò organizzare una seconda vacanza.
Una settimana almeno.
A cavallo della luna nuova.
Sperando nello scirocco.